Oggi la più densamente abitata ed è a vocazione turistica, collocandosi nella parte costiera del comune. Ha anch’essa origini antiche, attestate dalla presenza di imponenti vestigia nei pressi del Monte d’oro, probabilmente risalenti all’epoca preromana, precisamente ausona. Il primo insediamento risalente al 300 a.C. era denominato Pirae; attorno al VII-VI secolo a.C. attraversò un florido periodo in quanto attivo scalo marittimo che gestiva rapporti politico-economici con le vicine città della Pentapoli Aurunca. Il nome Pirae secondo gli studi dell’archeologo Jotham Johnson ha origine greca e richiama il nome Pisae in Etruria. Un successivo rotacismo avrebbe poi generato il termine Pirae che lo storico Giuseppe Tommasino indica come “una punta di terra o promontorio che, insinuandosi nel mare, forma un comodo approdo o porto”.
La città fu distrutta totalmente dai romani tra il 358 e il 337 a.C., come riportato nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, il quale parlava della scomparsa della cosiddetta Oppidum Pire. Il toponimo di Scauri deriva, con molta probabilità, da Marco Emilio Scauro, importante figura politica romana legata a Caio Mario e alla potente famiglia dei Metelli che fu console nel 115 e Princeps Senatus oltre che capo dei conservatori per oltre tre anni. A lui è da attribuire la costruzione di una villa romana, i cui resti si trovano in parte a ridosso della cinta della città scomparsa.
Di una “possessio scauriana” si parla già nel primo Medioevo nel Liber Pontificalis (Libro dei Papi): Papa Sisto III edificò la Basilica Liberiana a Roma grazie anche alle donazioni provenienti da un possedimento in “territurio Gazitano”. Sempre all’epoca medioevale risale l’edificazione di una torre a protezione dei mulini posti lungo il canale del torrente Capodacqua. Nella seconda metà del XVI secolo venne retta una torre quadra facente parte di una serie di torri poste a potenziare la difesa delle coste contro le incursioni saracene; una delle più rilevanti fu quella del 21 luglio 1552 quando il corsaro Dragut sbarcò a Scauri con la sua forte armata, traendo prigionieri 200 traettesi e dando alle fiamme il paese.
Nel 1936 furono ritrovati dei resti di un edificio di epoca romana, simbolo che Scauri era stata centro di villeggiatura dei patrizi, ipotesi confermata dal ritrovamento sull’intera fascia litoranea di ulteriori rovine di ville romane. A partire dalla seconda metà del ‘900, Scauri ritrovò la tradizione turistica quale meta di vacanze, recuperando in parte i fasti di quell’epoca.