Acquedotto Vespasiano

Via Metello Macedonico, 150

Posta all’estremo confine meridionale del Lazio, Minturno (Minturnae) occupava un sito strategico per la sua posizione geografica, quasi alla foce del fiume omonimo e nel punto di transito per le direttrici viarie provenienti dalla Ciociaria. La città sostanzialmente controllava il passaggio del fiume che permetteva l’accesso alle regioni meridionali e disponeva di un importante porto che serviva le città della zona valliva e montana. Un centro così importante e fiorente aveva necessità di rifornimenti adeguati di acqua e a questo provvedeva l’acquedotto che partendo dalle sorgenti di Capodacqua dopo oltre dieci chilometri di percorso si immetteva nella città di Minturnae attraverso la porta di accesso detta Gemina o Porta Roma. Costruito in “opus cementicium” con paramento in opera reticolata e conci di tufo e calcare. La sua costruzione a regola d’arte è testimoniata dalla lunga teoria di arcature ancora in piedi (oltre 100).

Molta cura fu dedicata anche all’estetica, tanto che gli spazi tra la linea degli archi e lo specus (cioè il condotto vero e proprio in cui scorreva l’acqua) sono lavorati con decorazioni bicolori di forma varia: losanghe, scacchiere, linee diagonali e parallele, ecc. Questa serie di decorazioni appare particolarmente curata nella parte prossima alla città ed in alcuni punti che probabilmente in passato coincidevano con residenze di pregio (“villae” suburbane) o attraversamenti di strade.

Orario di apertura
Sempre aperto